acufene :quando fischia l’orecchio  L’acufene, più comunemente chiamato ronzio, è una percezione di rumore pur in assenza di rumore reale. Di tanto in tanto, a tutti capita un episodio di acufene che normalmente si risolve in breve tempo. Circa il 10% delle persone, però, soffre di un acufene continuo. Nella maggiore parte dei casi l’acufene non interferisce in maniera significativa con la qualità della vita però può ostacolare la capacità di concentrazione e disturbare il sonno notturno. L’acufene pud essere localizzato in una o in entrambe le orecchie e a volte è difficile localizzarlo perchè sembra di avvertirlo in maniera diffusa in tutta la testa. L’orecchio, un organo complesso e affascinante, è diviso in tre parti: l’orecchio esterno, quello medio e quello interno. L’orecchio esterno cattura le onde sonore e le trasmette alla membrana del timpano che separa l’orecchio medio da quello esterno. Le onde sonore fanno vibrare la membrana del timpano che trasmette queste vibrazioni alla catena degli ossicini presenti nell’orecchio medio. Da qui le onde vengono prima amplificate e poi inviate alla coclea situata nell’orecchio interno. Nella coclea le vibrazioni originali sono convertite in segnali elettrici e trasmessi, tramite il nervo acustico, al cervello che poi le percepisce e le interpreta come suoni distinti. L’orecchio è designato a percepire una gamma molto ampia di suoni, da quelli bassi a quelli molto alti, con una sensibilità particolare nei confronti dei suoni propri del linguaggio umano. L’orecchio inoltre, tramite l’apparato vestibolare presente nel settore interno, riveste un ruolo fondamentale nel mantenerci in equilibrio. L’acufene non è generato dal rumore esterno ma prodotto dal nostro apparato uditivo. Sebbene il meccanismo esatto dell’acufene non sia ancora ben compreso, la sua comparsa è legata a fattori degni di nota. Chiunque può soffrirne anche i normoudenti, tuttavia esso è più comune in coloro che sono affetti da ipoacusia. Il  danneggiamento delle cellule della coclea o l’esposizione a un rumore eccessivo possono rappresentare un ulteriore causa di acufene. Molti soffrono di un acufene temporaneo per esempio dopo un concerto rock ad alto volume o una notte in discoteca. Questa manifestazione chiamata Shift Thresold Temporary (TTS), è una condizio ne transitoria che si pensa dovuta all’esaurimento metabolico delle    cellule ciliate della coclea. Un’esposizione continua, però, a eventi così rumorosi rischia di procurare danni irreparabili alle cellule del nostro orecchio che può, in certi casi, cominciare a inviare al cervello segnali alterati e causare di conseguenza un acufene permanente, una ipoacusia o addirittura entrambe le cose. Altre possono essere le cause dell’acufene: età, ipertensione, cerume impattato, la malattia di Ménière, trauma alla testa o al collo, problemi vascolari o temporo mandibolari. Anche lo stress è tra le cause dell’acufene e, quando non ne è la causa diretta, può comunque contribuire ad aumentarlo o renderlo ancora più insopportabile. COSA PUO’ FARE LA CHIROPRATICA? Secondo quanto riportato dal Journal of the Academy of Audiology, la  muscolatura e le patologie articolari del collo e della testa sono spesso associate all’acufene e sembrano contibuire alla sua eziologia. Levine RA scrive: “Le due principali cause di acufene sono la perdita dell’udito e i disturbi miofasciali della testa e del collo”. Nella rivista medica Journal of the Society of Medicine Vol.78 June 1985, il Dr. John K. Paterson, dopo aver notato che alcuni casi di acufene sono scomparsi in seguito a manipolazione cervicale, suggerisce che in certe circostanze l’acufene possa avere origine dalle capsule articolari posteriori del rachide cervicale. Questi e altri studi hanno individuato nei cambiamenti posturo-spinali e muscolari i fattori che contribuiscono all’insorgere dell’acufene. Terapie manuali, compresi gli aggiustamenti chiropratici volti a correggere errate posture e tensioni muscolari, si sono rivelate utili nel ridurre o eliminare questo disturbo. Se anche voi soffrite di acufene parlatene con il vostro chiropratico di fiducia. Il trattamento delle sublussazioni nel collo e della tensione muscolare intorno a collo e spalle potrebbe riuscire a recarvi sollievo. LA PREVENZIONE E’ LA MIGLIORE MEDICINA Dato che la causa più comune dell’acufene è legata ai rumori forti, ridurre l’esposizione a tali rumori può essere considerato uno dei modi migliori per evitare l’insorgere del fastidioso ronzio. L’intensità di un suono e quindi la pressione che esso esercita sul timpano è misurata in decibel (dB). Il linguaggio umano in una conversazione normale raggiunge all’incirca i 50 dB; un bar affollato ha un livello di circa 80-90 dB. Le direttive europee indicano che il livello di 85 dB può essere sopportato per circa 8 ore senza che il nostro orecchio subisca danni. Al di sopra di tale soglia, I’incremento di 3 dB comporta un dimezzamento del tempo di sopportazione. Se possiamo esporci per otto ore a un rumore pari a 85 dB, un rumore di 88 dB ci costringe a darcela a gambe dopo appena 4 ore e così via.

acufene :quando fischia l’orecchio
L’acufene, più comunemente chiamato ronzio, è una percezione di rumore pur in assenza di rumore reale. Di tanto in tanto, a tutti capita un episodio di acufene che normalmente si risolve in breve tempo. Circa il 10% delle persone, però, soffre di un acufene continuo. Nella maggiore parte dei casi l’acufene non interferisce in maniera significativa con la qualità della vita però può ostacolare la capacità di concentrazione e disturbare il sonno notturno. L’acufene pud essere localizzato in una o in entrambe le orecchie e a volte è difficile localizzarlo perchè sembra di avvertirlo in maniera diffusa in tutta la testa. L’orecchio, un organo complesso e affascinante, è diviso in tre parti: l’orecchio esterno, quello medio e quello interno. L’orecchio esterno cattura le onde sonore e le trasmette alla membrana del timpano che separa l’orecchio medio da quello esterno. Le onde sonore fanno vibrare la membrana del timpano che trasmette queste vibrazioni alla catena degli ossicini presenti nell’orecchio medio. Da qui le onde vengono prima amplificate e poi inviate alla coclea situata nell’orecchio interno. Nella coclea le vibrazioni originali sono convertite in segnali elettrici e trasmessi, tramite il nervo acustico, al cervello che poi le percepisce e le interpreta come suoni distinti. L’orecchio è designato a percepire una gamma molto ampia di suoni, da quelli bassi a quelli molto alti, con una sensibilità particolare nei confronti dei suoni propri del linguaggio umano. L’orecchio inoltre, tramite l’apparato vestibolare presente nel settore interno, riveste un ruolo fondamentale nel mantenerci in equilibrio. L’acufene non è generato dal rumore esterno ma prodotto dal nostro apparato uditivo. Sebbene il meccanismo esatto dell’acufene non sia ancora ben compreso, la sua comparsa è legata a fattori degni di nota. Chiunque può soffrirne anche i normoudenti, tuttavia esso è più comune in coloro che sono affetti da ipoacusia. Il  danneggiamento delle cellule della coclea o l’esposizione a un rumore eccessivo possono rappresentare un ulteriore causa di acufene. Molti soffrono di un acufene temporaneo per esempio dopo un concerto rock ad alto volume o una notte in discoteca. Questa manifestazione chiamata Shift Thresold Temporary (TTS), è una condizio ne transitoria che si pensa dovuta all’esaurimento metabolico delle    cellule ciliate della coclea. Un’esposizione continua, però, a eventi così rumorosi rischia di procurare danni irreparabili alle cellule del nostro orecchio che può, in certi casi, cominciare a inviare al cervello segnali alterati e causare di conseguenza un acufene permanente, una ipoacusia o addirittura entrambe le cose. Altre possono essere le cause dell’acufene: età, ipertensione, cerume impattato, la malattia di Ménière, trauma alla testa o al collo, problemi vascolari o temporo mandibolari. Anche lo stress è tra le cause dell’acufene e, quando non ne è la causa diretta, può comunque contribuire ad aumentarlo o renderlo ancora più insopportabile.
COSA PUO’ FARE LA CHIROPRATICA?
Secondo quanto riportato dal Journal of the Academy of Audiology, la  muscolatura e le patologie articolari del collo e della testa sono spesso associate all’acufene e sembrano contibuire alla sua eziologia. Levine RA scrive: “Le due principali cause di acufene sono la perdita dell’udito e i disturbi miofasciali della testa e del collo”. Nella rivista medica Journal of the Society of Medicine Vol.78 June 1985, il Dr. John K. Paterson, dopo aver notato che alcuni casi di acufene sono scomparsi in seguito a manipolazione cervicale, suggerisce che in certe circostanze l’acufene possa avere origine dalle capsule articolari posteriori del rachide cervicale. Questi e altri studi hanno individuato nei cambiamenti posturo-spinali e muscolari i fattori che contribuiscono all’insorgere dell’acufene. Terapie manuali, compresi gli aggiustamenti chiropratici volti a correggere errate posture e tensioni muscolari, si sono rivelate utili nel ridurre o eliminare questo disturbo. Se anche voi soffrite di acufene parlatene con il vostro chiropratico di fiducia. Il trattamento delle sublussazioni nel collo e della tensione muscolare intorno a collo e spalle potrebbe riuscire a recarvi sollievo.
LA PREVENZIONE E’ LA MIGLIORE MEDICINA
Dato che la causa più comune dell’acufene è legata ai rumori forti, ridurre l’esposizione a tali rumori può essere considerato uno dei modi migliori per evitare l’insorgere del fastidioso ronzio. L’intensità di un suono e quindi la pressione che esso esercita sul timpano è misurata in decibel (dB). Il linguaggio umano in una conversazione normale raggiunge all’incirca i 50 dB; un bar affollato ha un livello di circa 80-90 dB. Le direttive europee indicano che il livello di 85 dB può essere sopportato per circa 8 ore senza che il nostro orecchio subisca danni. Al di sopra di tale soglia, I’incremento di 3 dB comporta un dimezzamento del tempo di sopportazione. Se possiamo esporci per otto ore a un rumore pari a 85 dB, un rumore di 88 dB ci costringe a darcela a gambe dopo appena 4 ore e così via.